Oggi sul mercato si possono trovare a disposizione diversi tipi e modelli di saldatori ma, in sostanza, le tipologie di saldatori più impiegate sono sempre le stesse. Certo, la scelta dell’uno o dell’altro varia a seconda del tipo di lavoro di saldatura che ci si accinge a svolgere e dai risultati che si intendono ottenere, ma alla fine la scelta ricade sempre sui soliti modelli. Uno dei più impiegati è il saldatore a gas butano, che per molti versi offre un funzionamento facilitato rispetto ai saldatori che funzionano con un gas diverso. Inoltre, si tratta di modelli che richiedono anche minor manutenzione. Cerchiamo di capire perché e quali sono i modelli di saldatori a butano più interessanti e performanti.
Saldatori a butano: come funzionano e per cosa si utilizzano
I saldatori a gas butano sono fanno parte di quella che viene comunemente chiamata “saldatura forte”, ovvero quella in cui il materiale d’apporto ha una maggiore robustezza rispetto, ad esempio, alle leghe di stagno e di piombo. Questi materiali solitamente hanno una temperatura di fusione che può raggiungere anche i 1100°C, che non si potrebbero ottenere con un saldatore elettrico per stagno. Per questo motivo è necessario ricorrere a fiamme in grado di garantire un elevato potere calorifero. È qui che entra in gioco la saldatura a butano.
La saldatura a butano si esegue, essenzialmente, fondendo il materiale d’apporto con torce o cannelli (da cui anche “saldatura a cannello”) a butano. Insieme al propano, questo tipo di gas è in grado di offrire le migliori prestazioni e i risultati più soddisfacenti. I cannelli a gas butano sono muniti di un sistema di carburazione molto semplificato. Le torce a gas, infatti, in alcuni modelli dispongono di un sistema di accensione semi-elettrico, in cui ad ogni scatto corrisponde una scintilla, generando in questo modo la fiamma, in pochi secondi.
La potenza della fiamma, che permette il massimo potere calorifero, è dimostrata da una chiazza azzurra che si crea al centro della fiamma, fino al raggiungimento di una temperatura di 1800°C.
Saldatori a butano: i modelli migliori
Tra i migliori saldatori che funzionano a gas butano spiccano alcuni marchi molto noti, tra cui Kemper. Si tratta di un’azienda tedesca che, specialmente nell’ultimo decennio, si è fatta conoscere anche nel nostro Paese per l’attenzione alla qualità e i modelli di saldatori che propone, dal design innovativo e distintivo rispetto a tanti altri modelli.
I saldatori a butano Kemper sono dotati di una torcia a gas, alimentata direttamente dalle apposite bombole, che è caratterizzata da un’elevata capacità di potenza e che solitamente viene avvitata in prossimità della zona di impugnatura del saldatore stesso. Questi saldatori godono anche di una lunga autonomia, aspetto che chiaramente risulta condizionato anche dal tipo e dalle dimensioni del serbatoio di cui sono muniti.
Altra marca molto interessante ma, soprattutto di una qualità tutta italiana, è la Melchioni. Nata sul finire degli anni ’70, questa azienda ha avuto modo di consolidarsi appieno negli anni, entrando nell’immaginario collettivo come una marca produttrice di saldatori affidabili e di buona fattura, sia per un contesto da fai da te, sia per eseguire lavori di tipo industriale, certamente più seri e impegnativi.
Saldatori a butano: quanto costano?
I saldatori che funzionano a gas butano, come già anticipato, spesso si acquistano a un prezzo superiore rispetto a saldatori che utilizzano altri tipi di gas (come, ad esempio, il propano). Tuttavia, questo costo leggermente superiore rispetto ad altri modelli rappresenta il piccolo prezzo da pagare per ottenere una qualità elevata e per avere una garanzia delle migliori prestazioni possibili.